Le alghe in acquario dolce non sono solo un flagello, come verrebbe istintivo pensare, ma segnali che l’ecosistema lancia e come tali vanno interpretarti per migliorarne la gestione. Eccoci quindi in soccorso degli appassionati alle prime armi di un acquario naturale facendo chiarezza tra le specie più comuni e svelando qualche segreto.
La presenza di alghe in acquario dolce deve guidarci per combinare al meglio i “fattori” che, promuovendo la crescita delle piante, scoraggiano le alghe stesse. La luce, l’anidride carbonica (Co2), dei macro e micro elementi forniti alle piante quale loro nutrimento. Anche i valori dell’acqua Ph e KH, come già accennato in questo articolo: acqua in acquario: un bene prezioso, giocano un ruolo importante nel permettere un buon assorbimento.
Le alghe, come per esempio quelle unicellulari, sono da sempre stai tra i primi esseri viventi che hanno colonizzato il nostro pianeta. In acquario sono naturalmente sempre presenti, anche se possiamo limitarne la diffusione acquistando per esempio piante in vitro. Il segreto è riuscire a tenerle sotto controllo evitando che si propaghino a tal punto da diventare infestanti. In un acquario naturale sono tantissime specie. Una buona gestione della vasca ne limita certamente la loro propagazione fino ad apparire ai nostri occhi come acquario naturale senza alghe.
Un acquario naturale dell’amico Stefano Ferrarese con piante in salute e dove non sono presenti alghe.
In fase di allestimento e maturazione del nostro acquario naturale, noteremo il propagarsi di alghe unicellulari come le diatomee, che scompariranno da sole dopo la maturazione della vasca. Cianobatteri. Li includiamo nel nostro articolo anche se tecnicamente non sono alghe ma batteri fotosintetizzanti. Rimuoverli è una sfida perché come si spostano da una zona all’altra si moltiplicano.
Se localizzati in un’unica area potrebbe essere sufficiente aspirarli con un tubicino facendo massima attenzione a non disperderli, altrimenti l’unico rimedio efficace rimane il buio: coprire la vasca con un panno scuro ed aspettare qualche giorno finchè muoiono. Le cause possono essere molteplici, dai raggi del sole che colpiscono la vasca ad un elevato carico di rifiuti organici a particolari condizioni anaerobiche.Per tutte le altre specie alghe, ci limitiamo a citare quelle più comuni e quelle con le quali sicuramente tutti gli appassionati, dai principianti, agli acquariofili più esperti, hanno almeno una volta avuto a che fare.
Questi tipi di alghe hanno le sembianze di capelli verdi e avvolgono tutto ciò che è presente in vasca. Quando le piante sono “in blocco” o per qualche motivo (ad esempio uno dei “macro fattori” di cui abbiamo parlato prima è limitante) queste proliferano indisturbate. Sono generalmente il primo problema dei neofiti. Prediligono vasche appena avviate dove la flora batterica non si è ancora pienamente sviluppata e trovano a disposizione azoto in forma ammoniacale. Oppure le ritroviamo in acque particolarmente acide; sono facilitate anche da luce fredda e sul tono del blu.
Le alghe filamentose si attaccano anche sugli arredi. In questo caso su una radice nella vasca.
Fortunatamente queste alghe sono il cibo preferito di molti gasteropodi, tra tutti Neritine e Planorbelle, di alcuni crostacei come le Caridine e persino di alcuni pesci, come gli Otocinclus. Il nostro consiglio è di rimuoverne manualmente il più possibile, lasciar trascorrere un po’ di tempo e ridurre la luce. In casi gravi si può anche ricorrere anche a 3-4 giorni buio. tutte le alghe, a differenza delle piante, non hanno riserve di nutrienti e così facendo muoiono. Sempre allo stesso scopo, quello di sottrarre nutrienti, può rivelarsi utile inserire piante a crescita rapida come il Ceratophyllum, Najas, o Myriophyllum.
(Vedi foto di apertura dell’articolo) – Si presentano come puntini neri che in breve tempo diventano resistenti ciuffetti di colore grigio scuro o, appunto, nero. Difficili da debellare in breve tempo, la soluzione migliore è rimuovere la causa del problema ed eliminare le foglie più colpite. Le cause sono spesso da ricercare nella luce, possiamo quindi schermare la vasca con piante galleggianti e/o ridurre il fotoperiodo luminoso.
Problemi con questo tipo di alghe possono essere dati da neon troppo vecchi (è bene sostituirli almeno una volta l’anno), dalle troppe ore di luce (oltre 8), da un’intensità luminosa sproporzionata alla velocità di crescita delle piante, da gradi kelvin elevati (maggiori di 7000 K), oppure bassi livelli di CO2. Eccesso di fosfati e/o ferro. Anche qui è consigliabile una prima rimozione manuale e successivamente possiamo spruzzare carbonio liquido con una siringa direttamente sulle alghe a filtro spento. Una dose di 0,8-1 ml ogni 10 litri per una settimana, seguita da un abbondante cambio d’acqua.
Alghe Staghorn attaccate ad una foglia. Hanno una struttura simile a quella delle corna di un cervo.
Facilmente confondibili con le BBA, le Staghorn si distinguono da queste ultime perché a differenza di “pennacchi” lisci formano strutture simili a corna di cervo, possono essere grigio scuro o grigio chiaro. Se lasciate libere di crescere ricoprono l’intera pagina fogliare. La loro presenza indica un eccesso di ferro, un’insufficiente concentrazione (o una fluttuazione) di CO2 e, dove si formano, una scarsa circolazione dell’acqua. Altre cause possono essere analoghe alle BBA. Anche uno squilibrio del rapporto NPK (che dovrebbe idealmente essere 10:1:15) può favorirne la comparsa. Queste alghe, non appetibili, possono essere eliminate con acqua ossigenata al 3%. Dose massima 20 ml per ogni 100 litri a filtro spento.
Si formano principalmente sui vetri e raramente sulle piante a crescita lenta. Si presentano come puntini verdi abbastanza resistenti tanto che le lumache faticano a consumarle. Le cause più probabili sono carenza di fosfati e/o eccesso di ferro e per sconfiggerle è necessario aggiustare la fertilizzazione. Meccanicamente è possibile rimuoverle, facendo attenzione a non graffiare i vetri, con una tessera plastificata inutilizzata o un apposito raschietto. Un particolare tipo di alghe verdi sono le GDA, Green dust algae. Si formano sui vetri ma a differenza delle puntiformi si rimuovono facilmente. Eccesso di microelementi ed elevata conducibilità giustificano la loro presenza. Un cambio del 30% aiuta a combatterle.
Alghe verdi puntiformi su alcune foglie di Hydrocotyle leucocephala.
Oltre ai modi sopra descritti per eliminare le alghe, ci viene in auto la tecnologia. In questo articolo, infatti: Alghe in acquario, un rimedio efficace, abbiamo descritto un prodotto studiato specificatamente da Twinstar (azienda conosciuta per la qualità delle proprie plafoniere a LED). Si tratta di uno sterilizzatore proposto in diversi modelli a seconda della grandezza della vasca e dei sui abitanti.
Come avrete sicuramente intuito, ogni pianta acquatica ha la predilezione per un determinato nutriente, ma è la loro combinazione a fare la differenza. Possiamo tranquillamente affermare che ogni vasca ha esigenze specifiche ed è bene ricordare che tutti i nutrienti non consumati dalle piante restano a disposizione dalle alghe. Ecco perché è cosa fondamentale monitorare e mettere in atto i giusti accorgimenti per trasformare il nostro acquario naturale in un ecosistema in equilibrio libero dalla presenza di alghe. Per maggiori informazioni: info@acquarioincasa.it.
In copertina: Alghe a pennello (BBA).
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